anno 2011- 2012

23 aprile 2011 – Il Tirreno

di Marco Innocenti

Un nuovo progetto, condiviso e meno impattante, per recuperare davvero le ex Officine Lenzi, il grande stabilimento metalmeccanico lungo la ferrovia a S. Concordio, a due passi dalle Mura, andato in crisi negli anni Settanta e poi ceduto all’asta fallimentare.

Da oltre 30 anni si parla di progetti di recupero, più o meno osteggiati, e dal 2007 la proprietà, Seven S.p.A., ha in mano l’autorizzazione a costruire concessa dall’amministrazione comunale e legata ad una convenzione in base alla quale al Comune devono andare una superficie di circa 3mila metri da adibire a parcheggio e un’area verde.

Sulla base del progetto commissionato all’architetto Paolo Portoghesi nel 2001, la Seven potrebbe aprire il cantiere per realizzare fino a 85mila metri cubi di costruzioni, più un parcheggio interrato su due piani. Nell’area delle ex Lenzi potrebbero sorgere uffici (nello “steccone” parallelo alla ferrovia) per il 65% della parte edificabile, oltre ad una quindicina di appartamenti, ad una residenza alberghiera e a negozi di quartiere.

La superficie coperta dal progetto è di 7.428 metri quadri e l’altezza massima degli immobili è di 16,5 metri, per non superare il prospiciente palazzo Bertolli. Ma non è questo il progetto che, ora, la proprietà vuol realizzare.«Abbiamo allestito un sito Internet – dice uno dei proprietari – in cui indichiamo la storia della Lenzi, mostriamo il progetto Portoghesi, ma anche altre idee su cui chiediamo commenti e contributi.

Ci sono foto e mappe e chi vuole può scrivere le proprie opinioni. In un secondo tempo pensiamo anche ad incontri pubblici, al termine dei quali, entro la fine dell’estate, vorremmo preparare un nuovo progetto, condiviso, da presentare all’amministrazione comunale».

Per la Seven Spa, l’area delle ex Officine è diventata sempre più strategica per collegare il centro storico dentro le Mura al quartiere di S. Concordio e al Polo Fiere, vicinissimo, da poco dotato di un parcheggio scambiatore da mille posti. A grandi linee, la proprietà ritiene che sarebbe opportuno un progetto-cerniera che leghi queste zone e offra servizi.

«Nel sondaggio aperto sul nostro sito  chiediamo valutazioni sulla destinazione d’uso, la volumetria e le funzioni per confrontarle con le nostre idee. Pensiamo ad esempio che sia poco percorribile l’ipotesi del parcheggio sotterraneo e che più semplice ed utile sarebbe una grande area per la sosta in superficie e in silos, circondata da un parco a verde e magari collegata alla città.   Si è più volte parlato di ristrutturare la passerella verso via Cavour, per adeguarla alle esigenze di pedoni e ciclisti e migliorare il collegamento centro storico-S. Concordio-Sorbano. Ma lo stesso obiettivo avrebbe un secondo allacciamento che dalla circonvallazione potrebbe portare al nuovo parcheggio e, attraverso via della Formica, raggiungere il Polo Fiere». Questo secondo collegamento sarebbe più spostato verso viale S. Concordio e passerebbe sopra l’attuale sottopasso.

Per gli edifici, la Seven S.p.A. parla oggi di costruzioni basate su nuovi criteri antisismici, sulla bioarchitettura ed ecocompatibili. Sia pure con una volumetria ridotta, resterebbero nel complesso uffici, residenze (anche vigilate, per la terza età) e albergo. Contatti sono avviati con la Lucense, interessata agli aspetti innovativi della proposta. Intanto la proprietà sta procedendo al recupero dei Murales, una dei quali cancellato dal tempo.

«Li staccheremo dalla facciata per restaurarli  e sui muri metteremo le riproduzioni, aggiungendo anche foto dell’interno, fatte da Enzo Cei, che testimoniano lo stato di degrado di un edificio a due passi dalla città abbandonato da 30 anni».

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11 febbraio 2011 – Il Tirreno

Rivedere i piani mai attuati come la Lenzi – La commissione contatta i proprietari per valutare il recupero

LUCCA. Contatti con i privati, proprietari di immobili dismessi da trasformare in negozi, appartamenti, uffici o altre destinazioni previste dalle norme in vigore o da inserire nel nuovo piano strutturale. L’idea prende forma in commissione urbanistica. E riscuote consensi, sia per gli edifici per i quali ancora non è stata accertata la destinazione d’uso sia per quelli – come le ex officine Lenzi, vicino alla stazione – dove la destinazione (anche residenziale) è già stata definita, ma il recupero non si è sbloccato.  Il ragionamento della commissione – come riporta anche il presidente, Antonio Trapani – è semplice: prima di approvare piani di recupero che nessuno vorrà mai realizzare, sarebbe meglio che il Comune si confrontasse con i proprietari degli immobili, per capire se (e come) intendono riqualificarli. Lo stesso concetto vale per complessi produttivi dismessi come le ex officine Lenzi per le quali è già stato approvato il piano attuativo ed è anche stata sottoscritta la convenzione fra privati e Comune. Anche se i proprietari hanno dieci anni per realizzare l’intervento, il Comune sarebbe intenzionato a dare ai privati la possibilità di presentare un nuovo piano, per vedere di velocizzare il recupero del complesso che, a oggi, potrebbe anche essere trasformato in appartamenti. «Nell’avviare una riflessione sugli immobili da recuperare, in previsione di approvare un piano strutturale a impatto zero o quasi – osserva Luciano Panelli, membro di maggioranza in commissione urbanistica – abbiamo dovuto prendere atto che i lavori non sono mai partiti. Prevedendo che questa situazione si possa verificare anche per altri complessi dismessi da riqualificazione, riteniamo giusto avviare una ricognizione e un confronto insieme ai proprietari degli immobili. Credo che non convenga a nessuno – né agli imprenditori né al Comune – avere dei piani approvati che nessuno realizza». La discussione su questo argomento, comunque, verrà ripresa «visto che abbiamo appena iniziato l’esame degli edifici inseriti nell’elenco dei fabbricati da riqualificare». Una prima occasione, ad esempio, potrebbe essere già lunedì, quando la commissione si riunirà di nuovo per proseguire l’esame delle linee guida del nuovo piano strutturale. Martedì, invece, la commissione si riunirà di nuovo ma per andare a effettuare un sopralluogo sui fabbricati inseriti nel Piuss, il piano di riqualificazione del centro storico, finanziato con milioni di contributi comunitari. Il sopralluogo è fissato in questi giorni, in previsione dell’affidamento degli appalti, previsto per aprile.

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